Scriviamo per farci capire e non possiamo farne a meno. Prendiamo le parole e le mettiamo insieme con risultati sempre diversi: le parole possono rassicurare, infastidire, avvicinare, respingere, risolvere. Quando parliamo ci lasciamo guidare dall’improvvisazione, quando scriviamo possiamo fare di più: le riguardiamo e le mettiamo in ordine. Abbiamo la responsabilità di sceglierle e di orchestrare la loro entrata in scena, soprattutto quando vogliamo utilizzarle nel lavoro come tramite per raggiungere le persone e per informarle. Anche qui parliamo di come puoi prenderti cura dei tuoi testi e renderli più chiari, armoniosi, efficaci.
Per prima cosa, chiediti sempre a cosa serve il testo che stai scrivendo e chi lo dovrebbe leggere. Cosa ti muove a comunicare? Quali sono i risultati che vuoi ottenere? Conosci i bisogni delle persone che vuoi incontrare e informare? Per approfondire questa premessa ti suggerisco di leggere anche alcuni consigli per scrivere buoni contenuti: ho raccolto alcuni suggerimenti per organizzare le idee e le informazioni.
Costruisci una buona struttura
Quando scrivi un testo non stai solamente mettendo una parola dietro l’altra: stai creando un percorso per chi legge. La struttura di un testo è l’ordine con cui decidi di organizzare le tue idee e di rispondere alle aspettative del lettore, per prenderti cura dell’esperienza di chi incontra le tue parole.
Una buona struttura è quella che non affatica, che scorre chiara e fluida, che accompagna dall’inizio alla fine, pur sapendo che il lettore ha il diritto di frequentare il testo a modo suo, perché in fondo lo facciamo tutti: leggiamo le prime parole, scivoliamo lungo i paragrafi, ci fermiamo quando troviamo qualcosa che ci interessa, torniamo indietro o andiamo oltre.
Parla il linguaggio delle emozioni e della razionalità
Partiamo da qui: stai iniziando a scrivere un testo che è anche uno strumento di lavoro. Può essere una pagina del sito, la scheda che descrive in profondità un prodotto o un servizio, un post del blog in cui condividi alcune informazioni o lanci una novità. Secondo me è utile capire che un testo che si legge con piacere e rimane in testa appaga la parte emotiva e quella razionale.
Abbiamo bisogno di leggere parole che coinvolgono, che rivelano la personalità di chi le ha volute, che avvicinano perché raccontano i bisogni e le aspettative in cui ci riconosciamo (questi sono tutti elementi che soddisfano l’emotività). Poi abbiamo anche bisogno di rassicurazioni, di descrizioni precise e concrete, di risposte che anticipano le domande (ecco gli elementi che appagano la sfera logica e razionale).
Un esempio?
Mi piace molto il modo in cui comunica Wonderbly, un’azienda che crea libri personalizzati per bambini. Prendiamo un articolo che spiega come costruire un cartello per i bimbi: trovi una premessa che parla forte e chiaro all’emotività di chi legge (i genitori) e poi una serie di istruzioni chiare, logiche e organizzate benissimo (con parole e immagini). Scommetto che anche tu arriverai alla fine del post con la voglia di ringraziare chi l’ha scritto.
Scegli e mescola le strutture: storie, elenchi, argomentazioni
Quali sono le strutture che aiutano a costruire un testo ben bilanciato?
- Scegli la narrazione e le storie per coinvolgere: funziona bene per l’about e la storia di un’attività, per i post sul blog e sui social, per un portfolio raccontato (sfera emotiva)
- Utilizza gli elenchi di informazioni e le strutture per punti per guidare e informare: funziona bene per email, messaggi, avvisi, schede prodotto, per spiegare come funziona un servizio, per dare delle istruzioni chiare e inequivocabili (sfera razionale)
- Usa l’argomentazione per convincere e persuadere: funziona bene per i testi promozionali, per i lanci di prodotti o servizi, per le recensioni e le testimonianze (sfera emotiva e razionale)
Il bello delle strutture è che si rafforzano insieme: ad esempio, quando costruisci un testo puoi inserire un elenco per punti e rendere ancora più convincente la tua argomentazione, oppure apri un testo informativo con una piccola storia, per entrare in relazione con chi legge.
Un esempio?
Parliamo di persone che sanno quello che stanno facendo: leggi la pagina che spiega i servizi di The Writers, una grande agenzia che si occupa di scrittura e contenuti con base a Londra a New York. Trovi un’esordio forte e persuasivo, poi un approfondimento che sembra una storia e un elenco ordinato dei servizi (completo di descrizioni brevi e dritte al punto).
Misura i periodi e ascolta il ritmo
Quando scrivi, tieni d’occhio la lunghezza dei periodi. Le frasi che non superano le 30 o 40 parole sono amiche della leggibilità, così come la vicinanza tra soggetto e verbo. Un testo leggibile non si presenta come un muro, compatto e denso, ma come uno spartito che non teme le pause e gli spazi: organizza con chiarezza i contenuti in paragrafi e non avere paura di chiederti quando è il momento di andare a capo (cioè quando un ragionamento si chiude).
Per utilizzare bene i periodi lunghi bisogna stare attenti e avere un tocco leggero: i periodi lunghi possono far crescere l’attesa di chi legge e avere un respiro ampio, ma rischiano anche di ingarbugliarsi e far perdere il filo del discorso. I periodi brevi creano ritmo, fanno prendere fiato e fermano: aiutano a dare forma ai pensieri, un punto alla volta.
Secondo me sono un buon esercizio per iniziare a lavorare sulla materia grezza delle parole, perché allenano a ragionare su chiarezza, sintesi e gerarchia delle informazioni: è così che si inizia a scrivere semplice, partendo dalle unità minime.
Aveva ragione Roland Barthes, quando diceva che «non c’è niente in un testo che non si possa trovare già in una frase». Parti da qui: un pensiero alla volta, una frase alla volta. Buona scrittura!
Ciao, grazie per aver letto questo articolo.
Sono Giulia, progetto strategie digitali, contenuti e percorsi di formazione, per imparare a comunicare e a fare marketing a modo tuo.
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