Questo post è breve e va dritto al punto: dentro ci trovi una riflessione sulla confusione e sul rumore di fondo online.

Se ti occupi in prima persona della promozione della tua attività e cerchi di capire come funzionano la comunicazione e il marketing, sai che il web ti regala molte risposte e un numero quasi infinito di informazioni. Insomma, è una libertà impagabile e rivoluzionaria, ma richiede la capacità di selezionare quello che è utile. Sembra ovvio, ma è difficilissimo. Tutto sembra urgente, ogni guida è quella “definitiva”, ogni post è “risolutivo”. Ti iscrivi a un numero imprecisato di newsletter, segui profili Instagram, passi decine di minuti a guardare video, Stories, vlog, leggi articoli brevi e altri lunghissimi, scopri nuovi blog, gruppi, libri, ebook.* Meglio accumulare, che rischiare di perdere qualcosa, giusto?

Se le informazioni sono troppe

Funziona così: un po’ alla volta inizi a seguire tutte le voci che ti sembrano rilevanti in un certo settore e passi tantissimo tempo a riempirti la testa di informazioni. Trovi di sicuro qualcosa che ti torna utile, ma intanto raccogli anche ripetizioni, concetti che potevano essere espressi meglio o che si contraddicono, contenuti creati solo per riempire dello spazio vuoto. A quel punto arriva la confusione. Molto del tempo dedicato a quelle informazioni poteva essere usato per migliorare quello che fai (il prodotto, il servizio, il corso), per ascoltare le persone che dovrebbero comprarlo, per fare pace con l’idea che per fare tutto serve il tempo che serve.

Seleziona chi ascoltare

Selezionare le fonti è una parte decisiva del processo: vuol dire scegliere una direzione. Se decidi di fare spazio a un numero limitato di opinioni di cui ti fidi, puoi darti l’opportunità di metterle davvero alla prova. Se non fai una scelta, il rumore di fondo diventa talmente forte da farti rimanere dove sei, immobile, perché dentro ci troverai sempre tutto e il contrario di tutto. Invece gli spunti dovrebbero servirti per rinfrescare le idee, per spingerti un po’ oltre quello che stai facendo, per farti mettere in atto un cambiamento piccolo e vedere cosa succede.

Le voci utili sono quelle che risuonano (o che almeno non fanno a pugni) con quello in cui credi, quelle che ti rimangono in testa, quelle che vai a cercare anche se non ti capitano sotto agli occhi. Sono sempre le stesse? Non credo. Nel tempo possono cambiare e adattarsi a quello di cui hai bisogno, ma prima devi stare un po’ dentro le cose per decidere se continuano a funzionare per te. Certo, ogni tanto può essere educativo anche esporsi a voci e opinioni lontane dai propri valori, ma non rischierei di occupare troppo tempo in questo modo.

Riparti da questa domanda

Se oggi dovessi scegliere solo 5 punti di riferimento per la tua formazione e la tua ricerca di stimoli, quali sarebbero? Perché li tieni? Stai meglio all’idea di ricevere meno informazioni, più selezionate?

Secondo me quella lista è il punto di partenza e di ritorno, almeno per adesso: un antidoto contro la confusione.

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Va detto che io sull’utilità dei libri e sugli ebook ho una posizione molto possibilista. Di solito un libro è il risultato di un’elaborazione più lunga e più approfondita, è passato sotto diverse mani e svariati occhi. Richiede anche molta più concentrazione ed è un bene. Può diventare obsoleto, certo, ma ci vorrà un po’ di tempo. Poi, per correttezza, devo dire che ci sono persone che riescono ad avere quella stessa profondità di analisi e densità anche quando scrivono un post per il loro blog oppure una newsletter, ma non me ne vengono in mente tante. 

Ciao, grazie per aver letto questo articolo.

Sono Giulia, progetto strategie digitali, contenuti e percorsi di formazione, per imparare a comunicare e a fare marketing a modo tuo.

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