Instagram è, senza dubbio, il social che preferisco. Fa parte del mio lavoro, è un appuntamento fisso nella mia routine alla mattina, mentre bevo il caffè, anche quando sono di fretta. Soprattutto, mi piace osservare e capire la logica delle pubblicazioni, la visione d’insieme di chi racconta la sua storia attraverso le immagini.
Partiamo dal presupposto che tutte le azioni che decidiamo di fare sui social sono mediate, in maniera più o meno cosciente. Secondo me, questo vale per l’uso personale e per quello professionale – certo, con livelli di consapevolezza diversi. Le nostre azioni appartengono a una narrazione che costruiamo giorno dopo giorno, tra regole esplicite, implicite e meccanismi di selezione. Ogni volta che pubblichiamo un contenuto, decidiamo cosa vogliamo far vedere. Dall’altra parte, chi vede o legge ha il potere di dare un valore specifico alle immagini e alle parole (hey, vale anche per chi non si pone il problema).
A volte mi capita di pensare ai social come una trasformazione dei racconti autobiografici o delle memorie letterarie (dai, non fate quella faccia). In breve: io decido cosa è rilevante per me e cosa voglio mostrare (faccio una mediazione). Posso decidere di essere io a raccontarlo, se è personale, oppure affidarmi a qualcuno che lo fa di mestiere (ecco, un’altra mediazione). Chi sta dall’altra parte non ha un ruolo passivo: interpreta (ancora una mediazione). Avere ben chiaro almeno questo presupposto, secondo me, aiuta. Non solo è utile a chi vuole comunicare il proprio biz, ma farebbe bene anche a chi non si è mai interrogato sul proprio utilizzo dei social.
Cosa pubblicare su Instagram?
Non c’è una risposta univoca e penso che questo sia parte del piacere. Non ho usato parole a caso: quando si comunica online è fondamentale pensare alla strategia, ma ci dovrebbe essere anche il piacere di farlo. Per me, si tratta del piacere che proviamo nel progettare un contenuto significativo.
Se utilizzi Instagram per promuovere la tua attività, dovresti capire prima di tutto quali sono i tuoi obiettivi e il tuo pubblico.
Ecco alcuni suggerimenti per iniziare.
La biografia è il luogo in cui ti riassumi: scegli con cura le parole chiave che parlano di te e della tua attività, organizzale con ordine e sintesi.
Seleziona i contenuti. Pianificare non significa essere finti, ma illuminare i punti di forza dei tuoi prodotti/servizi e della tua personalità (sì, perché alle persone piace capire chi sei e cosa può aspettarsi dal tuo brand). Tutto quello che comunichiamo è il risultato di una selezione e del modo in cui scegliamo di farci conoscere, per comunicare con le persone a cui possiamo davvero essere utili o con cui abbiamo qualcosa in comune.
Scegli uno stile comunicativo coerente, uniforme e in linea con il tuo brand: è più piacevole sfogliare un profilo che, a colpo d’occhio, risulta armonioso(che, ancora una volta, non vuol dire perfetto, ma riconoscibile). Prendersi cura dell’editing non significa rendere artificiale la comunicazione visiva e praticare un perfezionismo fine a se stesso, ma compiere delle scelte per raccontare la tua identità.
Lavora sul tuo tono di voce e prenditi il tempo per comunicare davvero qualcosa nelle didascalie: certo, le citazioni e gli hashtag sono utili, ma non dovrebbero mai sostituire le tue parole e il messaggio che vuoi comunicare.
Hashtag non è una brutta parola
Gli hashtag non sono spam. Come accade molto spesso, a determinare il senso di una cosa è l’utilizzo che se ne fa. Nella fase di ricerca, gli hashtag sono un ottimo strumento per trovare ispirazione e farsi venire nuove idee. Permettono di esplorare nuove reti di contatti e di scoprire il bello delle community, per capire cosa piace alle persone con cui vorremmo comunicare. Per questo, penso che nella maggior parte dei casi non abbia alcun senso utilizzare gli hashtag generalisti (ad esempio quelli non qualificanti come #bestoftheday, #instadaily #instalike ecc.). Hanno migliaia di risultati e ormai sono saturi e inutili. Meglio scendere nello specifico, appassionarsi ad alcuni hashtag tematici, cercare le nicchie dove possiamo trovare le persone con cui condividere valori, interessi, senso estetico.
Un buon modo per iniziare?
Osserva gli hashtag utilizzati dai profili ben curati che si occupano di cose simili alle tue, che segui con interesse e che ti ispirano. Trova la tua misura: c’è chi dice che il giusto numero da utilizzare sia tra i 10 e i 20, chi ne sceglie solo 3-4 molto specifici e significativi.
Idee per le Instagram Stories
Le Stories sono in continuo sviluppo e permettono di pubblicare foto e video temporanei, con una vita online di 24 ore. Molte persone, soprattutto in ottica business, hanno accolto le Stories con entusiasmo: sono una possibile soluzione alla mancanza di spontaneità dei profili curati. Questo approccio funziona: ti faccio vedere che anche a casa mia, fuori dall’inquadratura, c’è del caos (e che sono una persona vera), oppure ti permetto di entrare in contatto in modo molto più diretto e vivo con i miei servizi, i miei prodotti.
Dopo un po’ di osservazione, mi piace pensare che possa essere più di questo, soprattutto per le piccole attività. Qualche idea?
- Racconta e mostra il processo di realizzazione di uno dei tuoi prodotti.
- Regala a chi ti segue un tour tra gli scaffali del tuo negozio, o della tua libreria, portali nel tuo studio, o nel tuo laboratorio creativo.
- Fai una piccola serie di consigli utili (strumenti che utilizzi, un libro che ti ha ispirato, un blog che leggi spesso, una newsletter davvero utile da ricevere).
- Crea un contesto funzionale per i tuoi contenuti (mostra con regolarità piccoli dettagli della tua quotidianità, in linea con il tuo stile e con quello che piace a chi ti segue).
- Dai un assaggio di un evento interessante a cui partecipi (una mostra, un concerto, una conferenza).
Puoi utilizzare le Stories anche per comunicare direttamente con le persone che interagiscono con te e chiedere cosa vorrebbero vedere (i continui aggiornamenti di Instagram introducono sempre più possibilità: sondaggi, dirette, utilizzo di gif e repost di contenuti).
Strumenti utili
Va bene la teoria, ma in pratica? In pratica inizi, continui a sperimentare, impari, sbagli la luce, migliori. Una delle cose che ho imparato è che possiamo essere i peggiori critici di noi stessi. Tanto per dire, ci sono state immagini che ho pubblicato quasi controvoglia e che sono piaciute più di altre (che invece rispondevano meglio ai miei criteri di autovalutazione).
App per l’editing
Continuo a pensare che gli strumenti di editing base di Instagram, se usati con un po’ di criterio, possano fare il loro dovere. Il minimo da fare? Non utilizzare i filtri, ma gli strumenti della scheda “Modifica” (almeno luminosità, calore, alte luci, ombre e nitidezza). Per ottenere risultati migliori, dopo aver provato diverse app, io consiglio soprattutto Snapseed, Vsco e ColorStory.
App per le note di testo
È molto utile utilizzare le note sullo smartphone per creare delle liste di hashtag da dividere per tema, utilizzare e tenere aggiornate. Hai di sicuro una app di questo tipo installata, oppure puoi provare Google Keep.
Spero che questi suggerimenti possano essere utili a fare delle scelte che funzionano per te, per la tua attività e per il tuo pubblico.
Ciao, grazie per aver letto questo articolo.
Sono Giulia, progetto strategie digitali, contenuti e percorsi di formazione, per imparare a comunicare e a fare marketing a modo tuo.
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