Sentiamo sempre più spesso discutere sul problema dell’esposizione online: quanto è giusto essere presenti nella propria comunicazione? Quanto mostrare? Quanto è giusto esporsi sul web, nel professionale e nel personale? Qui non facciamo sociologia, ma parliamo di chi comunica per far conoscere un’attività, un brand o il proprio lavoro, per fare marketing, per vendere. Per risolvere il dubbio, dobbiamo provare a cambiare prospettiva e domanda: vuoi comunicare con i tuoi clienti o esibirti per un pubblico?
Credo che ci sia molta confusione su questo punto. C’è chi, per lavoro, si esibisce e intrattiene la sua audience, perché poi l’obiettivo è vendere l’attenzione di quel pubblico a chi cerca uno spazio per fare advertising: è il caso degli influencer e dei content creator. C’è chi, invece, ha bisogno di comunicare il proprio lavoro online, per trovare dei clienti: è il caso di chi ha un business, grande o piccolo. Il problema è che molto spesso chi ha un business dimentica i propri obiettivi e pensa di dover comunicare come un content creator o un influencer, per avere successo. (Ovviamente anche l’idea di successo è confusa, a questo punto, e si misura in metriche non adatte).
Mi appello all’etimologia per partire da qui, ma poi torniamo subito al succo, te lo prometto:
- comunicare [dal lat. communicare]: mettere in comune, essere in relazione con qualcuno, rendere qualcuno partecipe di una cosa.
- esibire [dal lat. exhibere] oppure esibirsi: mettere fuori, proporre, mettere in mostra qualcosa, farsi notare.
Comunichiamo sempre per mostrare o proporre qualcosa, è vero, ma la differenza tra comunicare ed esibirsi sta nella reciprocità necessaria delle intenzioni: si comunica sempre con qualcuno, ci si esibisce per qualcuno. Non è solo una sottigliezza lessicale.
Hai capito qual è il tuo obiettivo?
La presenza di quel “qualcuno” è importante anche per chi si esibisce, ma chi intrattiene può farlo a prescindere dalla conoscenza approfondita dello spettatore. Chi comunica, invece, sta inviando un messaggio a un destinatario: deve sapere chi è quella persona, deve anche sapere come trovarla e con quali strumenti raggiungerla.
Chi si esibisce può parlarsi addosso per ore e deliziarti con il suo palinsesto; chi comunica sta cercando un dialogo con l’altro, che molto spesso è un potenziale cliente. Allora chi comunica dovrebbe ascoltare. Come dire: nella comunicazione che ti lascia stampato in testa un messaggio trovi poco dell’ego di chi lo indirizza e molto dei bisogni di chi lo riceve. Ed è questo che si aspettano da te i tuoi clienti.
Tutto quello che scegliamo di mostrare è legato non solo agli obiettivi di business, ma anche all’atteggiamento e alla motivazione: tracciare una linea tra l’esposizione di quello che lascia un segno perché è rilevante e di quello che “fa i numeri” oppure “fa audience” è sempre meno scontato.
Siamo liberi di scegliere in quale modo rappresentarci, ma siamo soprattutto liberi di chiederci perché lo stiamo facendo: perché vogliamo raggiungere degli obiettivi professionali? Per posizionarci? Per essere utili? Perché siamo genuinamente appassionati di qualcosa? Perché ci piace sentirci parlare? Per utilizzare consapevolmente il voyeurismo di chi guarda?
So che molte persone si dibattono per trovare un equilibrio e se ne parla spesso sui social: forse tu sei già a buon punto, forse non hai nemmeno dovuto porti questo problema, forse invece ti chiedi spesso quanto, come e dove dovresti essere presente nel comunicare quello che fai. Penso che ci sia una risposta diversa per ognuno di noi, ma oggi posso almeno lasciarti la domanda da cui siamo partiti: stai comunicando con i tuoi clienti o stai intrattenendo un pubblico?
Ciao, grazie per aver letto questo articolo.
Sono Giulia, progetto strategie digitali, contenuti e percorsi di formazione, per imparare a comunicare e a fare marketing a modo tuo.
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